Cristalli Sognanti di Sabrina Napoleone è disponibile su tutte le piattaforme digitali ed in CD

 

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Iniziato a metà del 2020, il lavoro raccoglie nove brani (otto canzoni ed un brano strumentale) scritti, interpretati, suonati e prodotti dalla Napoleone, attraverso i quali la cantautrice traccia un percorso di maturazione emotiva in cui le esperienze personali si intrecciano alla storia di questi ultimi tre anni. Un lavoro particolarmente solitario, a tratti introspettivo, in cui sono tuttavia presenti preziosi contributi di altrə artistə a partire dalle consolidate collaborazioni con Giulio Gaietto alla produzione artistica e di Osvaldo Loi alla viola e con la cantautrice Cristina Nico, fino alle nuove collaborazioni con Salvatore Papotto e Stefano Luna, come coautori di alcuni brani, con la violinista Alice Nappi, i cantautori Stefano Bolchi e Simone Meneghelli e con la poeta Hilija Russo. In Cristalli Sognanti, ritroviamo la forza espressiva che Sabrina Napoleone ha sempre saputo imprimere ai suoi lavori, qui ancora più matura e consapevole. Il sound riesce a conferire al disco un’impronta unitaria e peculiare a tutto l’album pur diversificandosi da brano a brano e senza rinunciare alla contaminazione ed alla sperimentazione. La canzone d’autore si veste, in maniera incredibilmente fluida e senza forzature, di art rock, dark wave, echi dub, tempi dispari, elettronica e suggestioni avant garde jazz, techno e tribal.

Sette sono le tracce inedite, al netto dei due singoli, La Visione dell’Occhio di Dio, scritto a quattro mani con il produttore e musicista Salvatore Papotto (Lilith Label/La Stanza Nascosta Records ©2021) e Critone (Lilith Label ©2023), già pubblicati sui canali digitali, corredati di relativi videoclip Funge da overture all’album Gardur, al confine tra ballata e filastrocca, cantata e suonata dalla Napoleone e dalle viole di Osvaldo Loi, attorno ai richiami di uccelli marini e al vento registrati proprio sulla spiaggia di Gardur in Islanda. Questo incipit, al contempo familiare e straniante, ci apre le porte di quella discesa in un mondo ctonio da cui riemergeremo alla fine del disco. Attraverso Gardur la cantautrice mette in guardia l’ascoltatore: le cose potrebbero prendere una piega imprevista, la realtà come la conosciamo potrebbe essere messa in discussione. E, infatti, è Critone il brano successivo, una canzone che indaga i modi e le forme del tradimento. Seguono delusione e rabbia, come necessaria conseguenza della perdita della fiducia (Stupidi Disperati, Come 7/4) e la necessità di trovare un nuovo equilibrio per non cedere alla disperazione (Palazzo). La Visione dell’Occhio di Dio e Malattia Invettiva tracciano invece la parabola del disincanto, mentre la scurissima Chimera descrive la presa di coscienza che spesso possiamo contare solo su noi stessi per tirarci fuori, destandoci dalla cristallizzazione sognante e imparando a lasciare andare ciò che non possiamo salvare.

Come suggerisce il titolo Cristalli Sognanti, è la dimensione onirica che domina su tutto l’album, che si sviluppa come un lungo sogno cangiante, che al risveglio lentamente svanisce e non sappiamo più raccontare ma che abbiamo in qualche modo compreso.
Chiude il progetto Mevidda, un lungo brano strumentale che, senza parole, divenute ormai incapaci di descrivere, o semplicemente superflue, rievoca le sensazioni e gli stati d’animo che la Napoleone ha fin qui condiviso con l’ascoltatore.

Questo collegamento tra i brani, intesi come tappe di un percorso, come come episodi di un unico racconto, è ancora più evidente nella versione CD dell’album, differente dalla versione ascoltabile in streaming sui canali digitali. “Si tratta di un gesto di rispetto e riconoscenza verso coloro che hanno deciso di sostenere il progetto acquistando la copia fisica. A loro ho pensato di dedicare oltre all’oggetto fisico contenente gli ascolti e un libretto con immagini e testi, anche un contenuto musicale esclusivo”, afferma la cantautrice.

In Cristalli Sognanti, Sabrina Napoleone ha curato personalmente ogni dettaglio del progetto, inclusi l’art-work e la grafica ed in questo modo è riuscita ad disseminarvi un dedalo di rimandi interni ed esterni, ormai inusuale nelle produzioni contemporanee.