La Musa e l’Orizzonte

Cristina Donà : voce, chitarra, canto panoramico.
Elena Dak: voce narrante, esplorazioni.
Saverio Lanza: chitarre, piano, paesaggi sonori.
 
È l’orizzonte il punto da cui partire. È la linea che invita ad interrogarsi e poi ad esplorare cosa essa nasconda, schiuda, prometta. Il viaggio di esplorazione in cui si vorrebbe condurre lo spettatore parte da esperienze vere o immaginate, che aprono scenari geografici e antropologici sempre nuovi in cui aggirarsi con tutti i sensi. La parola, espressa in forma di lettura scenica e attraverso il canto, vola sulle note di un paesaggio sonoro creato proprio per condurre sui sentieri del mondo.
L’orizzonte è la meta a cui anelare, ma anche Musa ispiratrice per i tre protagonisti, che pur avendo alfabeti diversi sanno trovare un linguaggio comune.
Protagonist* di questo spettacolo una delle cantautrici più influenti della musica italiana (e non solo); una brillante antropologa, scrittrice e guida sahariana; un musicista, compositore e produttore tra i più apprezzati del panorama nazionale.
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Cristina Donà
Inizia nei primi anni novanta il lungo e felice percorso artistico che fa di Cristina Donà una delle voci più originali della scena musicale italiana. Cristina ha contribuito a definire una nuova stagione del rock di matrice mediterranea, riuscendo a conquistarsi il plauso di grandi figure quali Robert Wyatt, David Byrne e Peter Walsh (già produttore di Scott Walker, di Peter Gabriel e dei Simple Minds). Prima artista italiana a esibirsi al Meltdown Festival di Londra, Cristina Donà è sicuramente una delle poche artiste italiane capaci di “rivaleggiare” con le grandi colleghe che all’estero, proprio come lei, hanno reinventato il modello di interprete e autrice nell’ambito della musica rock. Sempre in grado di rinnovarsi, Cristina Donà è divenuta prima punto di riferimento, poi figura ispiratrice per le nuove generazioni di musicisti italiani.

Elena Dak
Antropologa, guida sahariana e scrittrice. Elena (Dacome all’anagrafe) nasce a Venezia nel 1970 e lavora per molti anni come guida per l’operatore turistico Kel12 in Africa, Medio Oriente e Asia Centrale e oggi per diversi, italiani e stranieri. È laureata in Conservazione dei beni culturali con indirizzo antropologico presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e in scienze antropologiche ed etnologiche alla Bicocca di Milano. Ha tenuto diversi seminari e lezioni presso Ca’ Foscari e la Bicocca e l’università di Bologna e Parma, oltre che conferenze per il festival di antropologia Dialoghi sull’uomo. Due suoi libri sono stati scelti per un corso di laurea in letteratura italiana contemporanea a Cà Foscari. Da anni è impegnata in campagne di ricerca presso popolazioni di pastori nomadi, ed è questo il suo ambito privilegiato di studio. È autrice di La carovana del sale (Corbaccio, 2007), Io cammino con i nomadi (Corbaccio, 2016), Sana’a e la notte ( Poiesis editore 2019), e Ancora in Cammino, In viaggio con i nomadi Rabari del Gujarat ( insieme a Bruno Zanzottera, Crowdbooks 2020). Collabora con la rivista Africa ed Erodoto108. Ha tenuto in ottobre 2018 una Ted Talk a Milano. Tiene corsi di antropologia e letteratura per La forma del libro di Padova e corsi di scrittura di viaggio per Benbow scrittura e narrazione.

Saverio Lanza
Ha studiato Composizione al Conservatorio di Firenze dove si è diplomato in Direzione d’orchestra e Strumentazione per banda; lavora in un ambito musicale a cavallo tra musica di ricerca e canzone d’autore sia come produttore che come autore, in studio e live. Tra i vari artisti con cui ha collaborato ci sono Cristina Donà, con la quale nel 2015 riceve il Premio Tenco, Bugo, PGR, Vasco Rossi, Piero Pelù, Biagio Antonacci, Irene Grandi & Stefano Bollani. Come solista ha inciso due album: “Ce l’hai una sigaretta?” e “Madrelingua”. Nel 2005 fonda insieme al fratello fotografo Marco il progetto PASTIS, collocato tra fotografia, video e musica, con cui partecipa a vari concorsi e mostre internazionali. Nel 2009 Pastis vince il Premio Ciampi nella sezione L’Altrarte. Nel 2011 vengono invitati a proiettare alcuni lavori al Tribeca Cinema di New York. Nel marzo 2016 debutta “Amore che vieni amore che vai”, il progetto dal vivo dedicato a Fabrizio De André e alle donne delle sue canzoni; sul palco sale con Cristina Donà e alcuni dei maggiori jazzisti italiani: Rita Marcotulli, Enzo Pietropaoli, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Cristiano Calcagnile. Sempre per il repertorio di De Andrè scrive per l’ Orchestra Regionale Toscana (ORT) che dirige nella esecuzione integrale di “Non al denaro non all’amore né al cielo” in occasione dei 50 anni di Spoon River di Edgar Lee Masters. Nel 2018 esce “Lungoviaggio”, visual album firmato da Pastis e Irene Grandi, grazie al quale riceve la Targa “Musica da Bere”. Nel 2019 inizia la collaborazione con il coreografo/danzatore Daniele Ninarello e Cristina Donà con i quali realizza gli spettacoli: “Perpendicolare” e “L’Universo nella testa”.